È una storia che ha origine qualche secolo fa, quando generazioni di uomini e donne hanno iniziato a costruire questo luogo con le pietre ricavate dalle rocce affioranti. La Fontaccia, vecchio podere di proprietà della famiglia di Elisabetta da oltre un secolo, era una casa colonica che ospitava le numerose famiglie dei contadini e gli annessi rurali come stalla e fienile per ospitare gli animali da lavoro. La casa era circondata da un terreno ampio e soleggiato, fatto a terrazze con alti muri a secco costruiti con il duro lavoro di coloro di coloro che coltivavano questa terra. Una vita semplice, spesso ingiusta, ma rispettabile caratterizzata dalla comunione tra l’essere umano e la natura, con i suoi tempi e le sue stagioni. La vita di campagna in questa regione è rimasta praticamente immutata per secoli, una tradizione fatta di duro lavoro, di ricette inventate con quello che la natura e il lavoro portavano in cucina.
Da oltre un secolo
Accoglie persone
Dall’abbandono
Alla rinascita
Il podere compare per la prima volta nel Catasto Fiorentino del 1427, quando il suo toponimo era “La Fonte”. Soltanto tra il 1832 e il 1835 il suo nome evolve in “Fontaccia”, ed infine “La Fontaccia”. La vita nel podere si evolve gradualmente con il passare degli anni e nel 1923 raggiunge l’attuale forma. Sarà il secondo conflitto mondiale a entrare a forza in tutte le case e in tutte le fattorie gettando le basi per un cambiamento epocale. La ricostruzione infatti porterà con se il progresso industriale e una nuova idea di benessere che chiama nelle grandi città e porterà alla fine della mezzadria. Il podere La Fontaccia, dopo anni di progressiva e lenta dismissione, viene definitivamente abbandonato negli anni ’80. Nello stesso decennio nasciamo noi, Elisabetta e Samuele, nella città di Firenze.
Siamo Elisabetta e Samuele
e vi accoglieremo nel nostro agriturismo
Nati e cresciuti in un contesto cittadino, con le abitudini e le usanze urbane, entrambi ci iscriviamo all’Università: Economia per Elisabetta e Architettura per Samuele. In quel periodo ci conosciamo e formiamo una coppia. Vivere a Firenze, in famiglie che hanno tramandato la tradizione attraverso le ricette e i piatti regionali, significa avere sempre un’idea di campagna in testa. In qualche modo il mondo rurale è sempre stato presente nella storia di questa città, e ancora oggi moltissime famiglie fiorentine hanno una casa in campagna, parenti che ci vivono, o sono discendenti di chi lavorava nelle fattorie. Noi scopriamo La Fontaccia scappando dallo stress cittadino, trovando rifugio nell’unica parte agibile del podere. Qualche festa con gli amici e la pace della natura ci convince che questo posto possa essere qualcosa in più di un problematico e cadente bene di famiglia. Il fascino della rovina invasa dall’edera e della natura selvaggia che si appropria di quelli che una volta erano ordinati terreni coltivati lascia spazio a dispiacere e nostalgia. Da qui l’idea di far tornare questo luogo utile, produttivo, ordinato, dignitoso. Tutta la famiglia è coinvolta e con l’aiuto della Comunità Europea iniziamo i lavori di ristrutturazione cercando di rispettare struttura, forme e materiali originali, e nuove tecnologie capaci di ridurre l’impatto ambientale. Bonifichiamo i terreni incolti e piantiamo i nuovi ulivi riaprendo l’Azienda Agricola. Dopo anni di lavori, nel 2014 siamo pronti ad accogliere i primi ospiti.
Il podere La Fontaccia è tornato a vivere.